Oggi, 8 Luglio, la Chiesa ricorda Sant'Adriano III, papa |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Lunedì 08 Luglio 2024 07:31 |
Molto poco conosciamo invece della vita di S. Adriano III. Il Liber Pontificalis ci dice soltanto che era romano, figlio di Benedetto, e che governò la Chiesa per un anno soltanto, dall'884 all'885. I pochi dati biografici riguardano il racconto della sua morte, della sepoltura e dei miracoli compiuti. Gli Annales Fuldenses all'anno 885 riferiscono della partenza di Adriano III da Roma, della sua morte e sepoltura nel monastero di Nonantola.
Il viaggio del pontefice era la risposta all'invito del successore di Carlo Magno, Carlo il Grosso, che aveva invitato Adriano III alla dieta di Worms, poichè la presenza del papa avrebbe sanzionato l'autorità imperiale dell'erede del Sacro Romano Impero. Un interessante particolare della personalità di questo santo è il suo atteggiamento conciliante col patriarca di Costantinopoli Fozio, al quale comunicò la propria elezione.
Dal libro del profeta Osea 2,16-18.21-22
Ti farò mia sposa per sempre.
Rit. Misericordioso e pietoso è il Signore. dal salmo 144
Dal Vangelo secondo Matteo 9, 18-26
Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni ed ella vivrà.
Da dodici anni l'emorroissa soffre di perdite di sangue. Dodici, come il numero dei mesi dell'anno, come le tribù d'Israele; dodici: il numero della totalità, della perfezione. Il suo è un dolore assoluto, perfetto. Una donna mestruata, in Israele, era considerata impura, e impuro diventava chi la toccava, l'emorroissa vive da dodici anni nella solitudine più assoluta, senza parenti, senza un carezza, senza un amore. Un dolore assoluto, totale, perfetto. E trasgredisce alla Legge, e tocca il Nazareno. E avviene. Gesù non contrae l'impurità, è la donna che contrae la guarigione, che viene purificata, sanata, rinasce. Da lui esce una potenza, annota nel brano parallelo di Luca, e gli apostoli fanno notare a Gesù che tutti lo toccano, come può pretendere di sapere chi lo ha toccato? Gesù sorride: sa di essere stato toccato in maniera diversa, piena di amore, piena di speranza e di fiducia. Molti lo toccano, una sola gli sfiora il cuore, a questo Cristo di Dio. Anche noi, oggi, sfioriamo almeno il mantello di Gesù, per essere sanati nel profondo, per essere guariti da tutto ciò che ci svuota, ci rende impuri, ci sfianca. Avviciamoci a Lui con quanta più fede possibile, per essere sanati nel profondo?
Il Padre che è nei cieli ha gli occhi rivolti verso il mondo. Egli, infatti, è unito a noi con vincoli di tenerezza e amore. Con fiducia, quindi, preghiamo:
Signore, ascoltaci.
Tu che metti la tua onnipotenza a disposizione della nostra debolezza, dirigi le scelte pastorali della Chiesa alla condivisione delle sofferenze e delle speranze di tutti gli uomini. Preghiamo:
Tu che con l'opera del Cristo hai instaurato il tuo regno sulla terra, aiutaci a scoprire i numerosi segni della tua presenza fra di noi. Preghiamo:
Tu che ascolti sempre chi ti invoca con fede, consola gli afflitti e i sofferenti che ricorrono a te per avere sollievo. Preghiamo:
Tu che sei medico delle anime e dei corpi, aiuta chi sta accanto ai malati a vivere con amore e donazione totale. Preghiamo:
Tu che sei vita e risurrezione, dona ai nostri fratelli defunti la pace del tuo regno. Preghiamo:
Padre onnipotente, che per la fede di uno solo hai salvato l'umanità dal peccato e dalla morte, concedi a questa comunità, che celebra l'Eucaristia, di godere fin d'ora la comunione con il tuo Figlio Gesù Cristo che è Dio e vive e regna con te nei secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLE ORE - Volume III
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Prima Lettura
Dal secondo libro di Samuele (15, 7-14. 24-30; 16, 5-13)
Ribellione di Assalonne e fuga di Davide
Seconda Lettura
Da un «Discorso» attribuito a san Pietro Crisologo, vescovo (Disc. 53 sulla pace; PL 52, 347-348)
Beati gli operatori di pace
Lunedì della II settimana, ufficio della feria del tempo ordinario.
Impegno di vita
Oggi cercherò di offrire piccoli atti di fede e allo stesso tempo collaborare, nelle piccole, cose, al bene dei miei fratelli.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Per coloro che combattono le malattie e la sofferenza, perchè lo facciano con l'amore che testimonia la crescita del Regno di Dio.
MESSAGGIO DEL GIORNO
La divina clemenza mirabilmente stabilì che quel discepolo incredulo, mentre toccava le ferite nella carne del suo Maestro, sanasse a noi le ferite dell'infedeltà. A noi infatti giova piú l'incredulità di Tommaso che non la fede dei discepoli credenti perché mentre egli, toccando con mano, ritorna alla fede, l'anima nostra, lasciando da parte ogni dubbio si consolida nella fede. San Gregorio Magno
Lunedì 8 Luglio 2024
Le Udienze Generali del mercoledì sono sospese per tutto il mese di Luglio. Riprenderanno mercoledì 7 Agosto nell’Aula Paolo VI.
L’unico appuntamento pubblico rimane l’Angelus della Domenica (14, 21 e 28 Luglio).
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Lunedì 8 Luglio 2024
- Il Vescovo Guglielmo, presso il Centro Pastorale «Maria SS. del Tindari» del Seminario estivo di Castell'Umberto, incontra i 26 Sacerdoti della diocesi con oltre 75 anni di età; l'incontro inizia alle ore 9,30 e si conclude alle ore 17,30.
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Oggi, 7 Luglio, la Chiesa celebra la XIV Domenica del tempo ordinario |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Domenica 07 Luglio 2024 07:24 |
Celebriamo la XIV Domenica del tempo ordinario e la prima lettura di oggi ci dà l'impulso per riflettere su cosa il Signore vuole da noi nell'accoglienza della sua parola. Egli, Gesù, conosce bene, come ci rammenta il Vangelo di oggi, che è difficile farsi capire dai parenti e concittadini, affermando senza mezze misure che un «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Quello che faceva Gesù e diceva era per loro motivo di scandalo, in quanto erano abituati a sentire altre prediche dagli addetti alla sinagoga, ai vari rabbini che si alternavano ad illustrare alla gente, senza preparazione, la parola di Dio, facendo dire ad essa ciò che loro volevano far dire e non esattamente ciò che diceva. Gesù constata la loro pochezza interiore e la poca disponibilità ad accogliere la parola vera che usciva dalla sua bocca, andò altrove ad insegnare, vista la poca predisposizione all'ascolto e al cambiamento dei suoi compaesani. La loro incredulità non permise a Gesù di fare alcun prodigio, in quanto era ed è necessaria la fede per ottenere i miracoli di Dio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.
Dal libro del profeta Ezechiele 2, 2-5
Sono una genìa di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.
Rit. I nostri occhi sono rivolti al Signore. dal salmo 122
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 7-10
Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Dal Vangelo secondo Marco 6, 1-6
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Il brano del Vangelo di questa domenica è un testo da cui è tratto il celebre detto «Nemo propheta in patria», cioè nessun profeta è bene accetto tra la sua gente, che lo ha visto crescere (cfr Mc 6,4). In effetti, dopo che Gesù, a circa trent’anni, aveva lasciato Nazareth e già da un po’ di tempo era andato predicando e operando guarigioni altrove, ritornò una volta al suo paese e si mise ad insegnare nella sinagoga. I suoi concittadini «rimanevano stupiti» per la sua sapienza e, conoscendolo come il «figlio di Maria», il «falegname» vissuto in mezzo a loro, invece di accoglierlo con fede si scandalizzavano di Lui (cfr Mc 6,2-3). Questo fatto è comprensibile, perché la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro. Gesù stesso porta come esempio l’esperienza dei profeti d’Israele, che proprio nella loro patria erano stati oggetto di disprezzo, e si identifica con essi. A causa di questa chiusura spirituale, Gesù non poté compiere a Nazareth «nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì» (Mc 6,5). Infatti, i miracoli di Cristo non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio, che si attua là dove incontra la fede dell’uomo nella reciprocità. Dunque, sembra che Gesù si faccia – come si dice – una ragione della cattiva accoglienza che incontra a Nazareth. Invece, alla fine del racconto, troviamo un’osservazione che dice proprio il contrario. Scrive l’Evangelista che Gesù «si meravigliava della loro incredulità» (Mc 6,6). Allo stupore dei concittadini, che si scandalizzano, corrisponde la meraviglia di Gesù. Anche Lui, in un certo senso, si scandalizza! Malgrado sappia che nessun profeta è bene accetto in patria, tuttavia la chiusura del cuore della sua gente rimane per Lui oscura, impenetrabile: come è possibile che non riconoscano la luce della Verità? Perché non si aprono alla bontà di Dio, che ha voluto condividere la nostra umanità? In effetti, l’uomo Gesù di Nazareth è la trasparenza di Dio, in Lui Dio abita pienamente. E mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci accorgiamo che il vero Segno è Lui, Dio fatto carne, è Lui il più grande miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un volto d’uomo.
Gesù ha conosciuto l'incomprensione e l'ostilità degli uomini. Ora ci chiede di riconoscerlo come nostro Salvatore. Esprimiamo questa fede abbandonandoci in fiduciosa preghiera, nella disponibilità a portare nel mondo la sua Parola. Preghiamo insieme e diciamo: Noi ci affidiamo a te, o Signore.
Guarda, Signore, la tua Chiesa sparsa in tutto il mondo, che continua ad annunciare il Vangelo. Nella difficoltà e nelle debolezze, sappia trovare in te la sua forza, preghiamo.
Guarda, Signore, i tuoi ministri e missionari, che hanno il compito di guidare le comunità cristiane. Siano modelli per il loro gregge e trovino in te gioia e fiducia, preghiamo.
Guarda, Signore, l'umanità incerta e smarrita, a volte in cammino senza una meta. Donale sempre profeti di speranza, capaci di una parola incisiva e dotati di un'autentica umanità, preghiamo.
Guarda, Signore, tutti gli uomini di buona volontà, che si affannano nelle incertezze della vita. Non lasciarli mai soli e rafforzali nei loro intenti, preghiamo.
Guarda, Signore, la nostra comunità in preghiera, che rischia di abituarsi al Signore Gesù al punto di non riconoscerlo più nella vita quotidiana. Donaci il coraggio di una sana autocritica e un cuore coraggioso e generoso, preghiamo.
Padre Santo, che hai donato al mondo il tuo Figlio Gesù, che ha subito il rifiuto e l'umiliazione, aiutaci a camminare come suoi discepoli, anche nel momento dell'incomprensione e della fatica della testimonianza. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
LITURGIA DELLE ORE - Volume III
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Prima Lettura
Dal secondo libro di Samuele (12, 1-25)
Penitenza di Davide
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo (Disc. 19, 2-3; CCL 41, 252-254)
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio
Domenica della II settimana, ufficio della XIV Domenica del tempo ordinario; Te Deum. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno B.
Impegno di vita
Vivere da cristiano mi fa essere anche profeta, testimone "scomodo" della Parola di Dio; consapevole che, come Gesù, posso incontrare il rifiuto e il disprezzo, riprendo il cammino della mia vita con l'impegno ad essere segno della presenza di Cristo nel mondo.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Per la nostra Comunità diocesana, perchè non soffochi mai con il pretesto della tradizione o del conformismo ogni germe che in lei si manifesta come esigenza di profonda conversione e di autenticità di vita evangelica.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Maria non si è scandalizzata di suo Figlio: la sua meraviglia per Lui è piena di fede, piena d’amore e di gioia, nel vederlo così umano e insieme così divino. Impariamo quindi da lei, nostra Madre nella fede, a riconoscere nell’umanità di Cristo la perfetta rivelazione di Dio. Benedetto XVI
Domenica 7 Luglio 2024
VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A TRIESTE
IN OCCASIONE DELLA 50ª SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI IN ITALIA
ore 6:30 |
Decollo dall’eliporto del Vaticano |
ore 8:00 |
Atterraggio al Centro Congressi “Generali Convention Center” di Trieste
Il Santo Padre è accolto da:
- Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
- S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, Presidente del Comitato Organizzatore delle Settimane Sociali
- S.E. Mons. Enrico Trevisi, Vescovo di Trieste
- L’On. Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
- S.E. il Signor Pietro Signoriello, Prefetto di Trieste
- Il Signor Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste
- Il Dottor Philippe Donnet, Amministratore Delegato di “Generali”
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ore 8:30 |
Centro Congressi: Incontro con i Congressisti
- Saluto del Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI
- Introduzione di S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania
* Discorso del Santo Padre
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ore 9:15 |
Al termine del discorso, mentre i Congressisti si trasferiscono a Piazza Unità d’Italia, il Santo Padre incontra brevemente alcuni gruppi distinti:
- Rappresentanti Ecumenici
- Mondo accademico
- Migranti e Disabili
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ore 10:00 |
Il Santo Padre parte dal Centro Congressi in auto scoperta |
ore 10:30 |
Piazza Unità d'Italia: Concelebrazione eucaristica
* Omelia del Santo Padre
* Angelus
Prima della Benedizione conclusiva:
- Ringraziamento di S.E. Mons. Enrico Trevisi
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ore 12:30 |
Decollo dal Molo Audace di Trieste |
ore 14:00 |
Atterraggio all’eliporto del Vaticano |
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Domenica 7 Luglio 2024
- Alle ore 18 il Vescovo Guglielmo, nella Chiesa di San Michele Arcangelo in Sinagra, presiede la Celebrazione Eucaristica in occasione del XXV anniversario dell'Ordinazione Presbiterale del Parroco Don Pietro Pizzuto.
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Oggi, 6 Luglio, la Chiesa celebra la memoria di Santa Maria Goretti, vergine e martire |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Sabato 06 Luglio 2024 07:13 |
Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, figlia dei contadini Luigi Goretti e Assunta Carlini, Maria era la seconda di sei figli. I Goretti si trasferirono presto nell'Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la madre dovette iniziare a lavorare e lasciò a Maria l'incarico di badare alla casa e ai suoi fratelli. A undici anni Maria fece la Prima Comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s'innamorò di Maria. Sabato 5 luglio 1902 la aggredì e tentò di violentarla. Alle sue resistenze la uccise accoltellandola. Maria morì dopo un'operazione, il giorno successivo, domenica 6 luglio, e prima di spirare perdonò Serenelli. L'assassino fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato dopo 27 anni chiese perdono alla madre di Maria. Maria Goretti fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII; alla cerimonia era presenta la mamma Assunta e l'aggressore Alessandro.
Dal libro del profeta Amos 9, 11-15
Muterò le sorti del mio popolo, li pianterò nella loro terra.
Rit. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo. dal salmo 84
Dal Vangelo secondo Matteo 9, 14-17
Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?
Vino nuovo in otri nuovi, non abbiamo altra possibilità. È inutile cercare di infilare il vangelo nelle vecchie botti ammuffite delle nostre tradizioni, delle nostre abitudini, dei nostri "si è sempre fatto così". Guardate alla storia della Chiesa: appena noi cristiani abbiamo cercato di sclerotizzare la Parola, di metterla a regime, di annacquare il vino del vangelo, lo Spirito ha suscitato santi e sante che hanno ribaltato tutto, che hanno conservato la speranza, che hanno sospinto la barca nuovamente al largo, là dove il Signore vuole che stia... Tutto ciò che facciamo, ciò che è buono e giusto: la liturgia, la prassi pastorale, l'organizzazione è e deve restare riflesso della bellezza di Dio, della sua immensa tenerezza, della festa di nozze a cui l'umanità è perennemente invitata! Il digiuno lo facciamo per solidarietà con i fratelli che soffrono la fame, nonostante un terzo del mondo, quello ricco, si dichiari cristiano. Il digiuno lo facciamo per risvegliare le nostre coscienze, non certo per farci vedere pii o devoti. Il digiuno lo facciamo come lo chiede il Signore, nel silenzio e nel nascondimento. Il digiuno, per manifestare la gioia dello sposo, facciamolo oggi, astenendoci dai pensieri scuri e inopportuni...
Al Signore della vita e della gloria che ogni giorno ci invita alla mensa del suo Figlio, rivolgiamo le nostre suppliche, dicendo: Ascoltaci, o Signore.
Perché la Chiesa, popolo scelto da Dio, trasmetta con semplicità a tutti gli uomini la gioia donatale dalla salvezza di Cristo. Preghiamo:
Perché il popolo ebreo comprenda la novità e la pienezza portata dal cristo, messia e salvatore di tutti gli uomini. Preghiamo:
Perché chi attende giorni meno tristi e dolorosi, trovi nella fede il sostegno per continuare a sperare. Preghiamo:
Perché sappiamo accogliere con ottimismo e spirito di discernimento le nuove forme di vita e di fede che nascono nella Chiesa e nel mondo. Preghiamo:
Perché l'Eucaristia che celebriamo divenga il segno di vita nuova e totale donato da Cristo alla nostra comunità. Preghiamo:
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