Oggi, 29 Luglio, la Chiesa celebra la memoria dei Santi Marta, Maria e Lazzaro di Betania |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Lunedì 29 Luglio 2024 07:20 |
Nella casa di Betania il Signore Gesù ha sperimentato lo spirito di famiglia e l'amicizia di Marta, Maria e Lazzaro, e per questo il Vangelo di Giovanni afferma che egli li amava. Marta gli offrì generosamente ospitalità, Maria ascoltò docilmente le sue parole e Lazzaro uscì prontamente dal sepolcro per comando di Colui che ha umiliato la morte. La tradizionale incertezza della Chiesa latina circa l’identità di Maria – la Maddalena a cui Cristo apparve dopo la sua resurrezione, la sorella di Marta, la peccatrice a cui il Signore ha rimesso i peccati – che decise l’iscrizione della sola Marta il 29 luglio nel Calendario Romano, ha trovato soluzione in studi e tempi recenti, come attestato dall’odierno Martirologio Romano che commemora in quello stesso giorno anche Maria e Lazzaro. Inoltre, in alcuni Calendari particolari i tre fratelli sono celebrati insieme in tale giorno. Pertanto, considerando l’importante testimonianza evangelica da essi offerta nell’ospitare in casa il Signore Gesù, nel prestargli ascolto cordiale, nel credere che egli è la risurrezione e la vita, il Sommo Pontefice Francesco ha disposto che il 29 luglio figuri nel Calendario Romano Generale la memoria dei santi Marta, Maria e Lazzaro.
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 4, 7-16
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.
Rit. Gustate e vedete com’è buono il Signore. dal salmo 33
Dal Vangelo secondo Giovanni 11, 19-27
Io credo che sei il Cristo, il Figlio di Dio.
Oggi abbiamo la possibilità di rivalutare santa Marta (che da qualche anno si celebra insieme alla sorella Maria e al fratello Lazzaro) e di riconoscere in lei il modello del discepolo chiamato a credere in Cristo, anche nel momento della prova. La sua professione di fede, infatti, anticipa il credo della Chiesa nel Signore risorto. La morte dell’amico Lazzaro che Gesù – come gli rimprovera amichevolmente Marta – avrebbe potuto impedire, diventa l’evento dal quale partire per “glorificare Dio e suo Figlio”, Gesù Cristo, ed ottenere che “i discepoli credano in lui”. Anche in questo viene anticipata la fede fondante della Chiesa nel Signore crocifisso e risorto. Marta ha già un inizio di fede: crede che Gesù, in quanto uomo di Dio avrebbe potuto allontanare la morte dal fratello Lazzaro, come avevano fatto Elia ed Eliseo nell’Antico Testamento. E credeva, come insegnavano i farisei del tempo, che Lazzaro sarebbe risorto «nell’ultimo giorno». Gesù s’inserisce in questo nucleo di fede e chiede all’amica e discepola di credere prima ancora che il fratello esca dalla tomba, che Lui è già, “al presente”, «la risurrezione e la vita». Di crederlo anche di fronte all’evidenza della morte, in modo da «vedere [in tutto ciò] la gloria di Dio». È quanto chiede anche a noi la Chiesa, quando perdiamo una persona cara. Non dobbiamo trattenere le lacrime, dato che Gesù ha pianto davanti alla tomba dell’amico; abbiamo anche il diritto, come hanno fatto Marta e Maria, di chiedere conto al Signore di quello che ci è accaduto, ma poi dobbiamo credere in Lui e affidargli i nostri cari defunti perché con Lui abbiano «la risurrezione e la vita».
Accogliere, ascoltare, servire Gesù che viene è il senso della vita cristiana. Vivendo insieme l'atteggiamento di Marta, di Maria e di Lazzaro chiediamo:
Signore, donaci un cuore attento.
Perchè la Chiesa diventi la tenda in cui tutti gli uomini si sentano accolti e amati. Preghiamo:
Perchè ogni battezzato viva le opere di misericordia come un dovere amoroso. Preghiamo:
Perchè il nostro atteggiamento umile e servizievole cementi l'unione in famiglia, fra amici, e in ogni occasione d'incontro. Preghiamo:
Perchè i cristiani imparino a dosare i tempi della loro giornata, riservandone la primizia alla lode del Signore. Preghiamo:
Perchè l'accoglienza di Gesù nell'Eucaristia e nella sua parola ci insegni a prediligere l'essenziale della vita. Preghiamo:
Dio onnipotente ed eterno, il cui Figlio a Betania fu ospite amato nella casa dei santi Marta, Maria e Lazzaro, dona anche a noi di essere pronti a servire Gesù nei fratelli perché al termine della vita veniamo da te accolti nella tua casa.
LITURGIA DELLE ORE - Volume III
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Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo apostolo (8, 1-24)
Paolo chiede una «colletta» per la chiesa di Gerusalemme
Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo (Disc. 103, 1-2. 6; PL 38, 613-615)
Felici coloro che hanno meritato di ricevere il Signore nella propria casa
Lunedì della I settimana, ufficio della memoria dal Comune dei santi. Antifone proprie al Benedictus e al Magnificat.
Impegno di vita
Oggi, ricordando i santi Marta, Maria e Lazzaro di Betania, amici del Signore, vivrò il giusto equilibrio tra la preghiera e l'azione, riservando del tempo all'ascolto del Signore.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè le donne diano un notevole contributo alla santità ed operosità della Chiesa con la parola e con l'esempio.
MESSAGGIO DEL GIORNO
Lazzaro è morto ed è stato sepolto, ma Marta, crede fermamente che Gesù potrà qualunque cosa. “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”: le dice Gesù. E “la grande luce di queste parole prevale sul buio del grave lutto causato dalla morte” del fratello. “Marta le accoglie e con una salda professione di fede dichiara: ‘Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo’. Le parole di Gesù fanno passare la speranza di Marta dal lontano futuro al presente: la risurrezione è già vicina a lei, presente nella persona di Cristo”. Papa Francesco
Lunedì 29 Luglio 2024
Le Udienze Generali del mercoledì sono sospese per tutto il mese di Luglio. Riprenderanno mercoledì 7 Agosto.
L’unico appuntamento pubblico rimane l’Angelus della Domenica (4, 11, 15, 18 e 25 Agosto).
Lunedì 29 Luglio 2024
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Oggi, 28 Luglio, la Chiesa celebra la XVII Domenica del tempo ordinario |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Domenica 28 Luglio 2024 07:35 |
Celebriamo oggi la XVII domenica del tempo ordinario e il vangelo di oggi ci presenta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. È questa un'ulteriore manifestazione della divinità di Cristo e soprattutto della vicinanza del Signore alle sofferenze ed ai bisogni dell'umanità. Egli è venuto a sanare le ferite del cuore e dello spirito, ma non ha trascurato anche le esigenze ed i bisogni fondamentali della persona umana. Il preoccuparsi da parte di Gesù di quanti lo seguivano e che erano in necessità fisiche ci attesta che il Vangelo è anche promozione umana, rispetto dei diritti fondamentali della persona, tra cui quelli del cibo, del vestito, della casa, del lavoro. Sono qui indirettamente accennati i tempi della teologia morale sociale, che ha a cuore anche il benessere della persona. Il miracolo dell'amore e della solidarietà, quello della carità vissuta ci indica nella moltiplicazione dei pani come e dove è possibile reperire le piccole e grandi risorse per sfamare milioni di persone nel mondo: solo da un cuore generoso di pochi e molti, solo con la disponibilità soggettiva e collettiva possiamo affrontare le sfide della miseria e della fame dell'uomo e del mondo d'oggi. Gesù ci dice che basta poco per fare il miracolo della moltiplicazione, basta il cuore.
Dal secondo libro dei Re 4, 42-44
Ne mangeranno e ne faranno avanzare.
Rit. Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente. dal salmo 144
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4, 1-6
Un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 6, 1-15
Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano.
Per cinque domeniche consecutive (dalla diciassettesima alla ventunesima), la liturgia domenicale interrompe la lettura continuata del Vangelo di Marco per far luogo all'intero capitolo sesto di san Giovanni. La ragione di tale inserzione risiede nella volontà di approfondire il tema del "pane" a cui è giunta la narrazione di Marco. Il capitolo sesto di Giovanni che si apre appunto con la narrazione della moltiplicazione dei pani. Giovanni introduce nella narrazione accennando alla consueta scena delle folle che si accalcano attorno a Gesù. Egli sale sul monte, circondato dai discepoli, e si mette a sedere, com'è di ogni maestro. E guarda tutta quella folla: "Alzati quindi gli occhi, vide una grande folla che veniva da lui". Nell'Eucaristia di oggi chiediamo al Signore due cose importanti: l'unità tra tutti i cristiani e il superamento delle ingiustizie che esistono oggi nel mondo soprattutto nei confronti dei più poveri, di chi non ha niente e muore per fame, inedia, malattie di ogni genere perché un'altra parte dell'umanità, quella del benessere, si dimentica di tale emergenza distratta come è da altre insignificanti cose. La nostra Eucaristia diventi moltiplicazione di gesti di amore e di solidarietà.
Gesù ha moltiplicato il cibo per compassione verso le persone che lo seguivano e che erano affamate. Preghiamo il Padre perché la nostra vita sia coerente con ciò che Gesù ci ha insegnato a vivere.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Signore.
Per la Chiesa e i suoi testimoni: sappiano denunciare l'ingiustizia di un sistema economico che rende i ricchi sempre più ricchi e porta all'indigenza coloro che non hanno risorse, preghiamo.
Per quanti hanno l'incarico di governare: si distinguano per il disinteresse e per la dedizione al loro compito di servizio alla società civile, proponendosi anche come esempio di vita, preghiamo.
Per i popoli tormentati dalla guerra e dalla fame: gli organismi internazionali e la sensibilità dell'opinione pubblica impediscano il proliferare della violenza e delle ingiustizie, preghiamo.
Per gli insegnanti e per gli educatori: perché i giovani crescano nell'apprezzare il valore della solidarietà e sappiano farsi capaci di gesti solidali verso i più poveri, preghiamo.
Per la nostra comunità, perché la condivisione dello stesso pane e la celebrazione dell'Eucaristia unisca tutti noi, nella condivisione dei nostri doni e carismi, preghiamo.
Signore, aiutaci a continuare con la nostra vita cristiana il miracolo che tu hai operato in favore di tutti gli uomini, affamati della tua Parola. Tu sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli.
LITURGIA DELLE ORE - Volume III
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Prima Lettura
Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo apostolo (7, 2-16)
Gioia dell'apostolo per il pentimento dei cristiani di Corinto
Seconda Lettura
Dalle «Omelie sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 14, 1-2; PG 61, 497-499)
Sovrabbondo di gioia in ogni tribolazione
Domenica della I settimana, ufficio della XVII Domenica del tempo ordinario; Te Deum. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno B.
Impegno di vita
Come il ragazzo del vangelo, oggi, cercherò di mettere gratuitamente nelle mani del Signore e in quelle dei fratelli un mio dono, un mio bene, i miei pani e i miei pesci.
INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO
Perchè i popoli che a tutt'oggi soffrono e muoiono di fame abbiano l'aiuto e la condivisione di quanti sono nell'abbondanza in modo che a nessuno manchi il necessario.
MESSAGGIO DEL GIORNO
I soldi sono insufficienti per il pane che manca, il pane che c'è basta per una sola persona. Ma sarà proprio il dono di uno solo che sazierà tutti. Ognuno infatti, dando ciò che ha, realizza pienamente l'essere figlio del Padre e fratello degli altri. Questo, e non altro, è il pane che sazia. Silvano Fausti
Domenica 28 Luglio 2024
- Alle ore 12 Angelus recitato dal Santo Padre Francesco in Piazza San Pietro.
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Domenica 28 Luglio 2024
- Alle ore 18,30 nella Basilica Cattedrale di Patti il Vescovo Guglielmo presiede il Pontificale in onore della Patrona, Santa Febronia vergine e martire; alle ore 20 solenne processione con il simulacro e le reliquie di Santa Febronia per le vie cittadine.
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Oggi, 27 Luglio, la Chiesa ricorda San Pantaleone, martire |
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Scritto da Giancarlo D'Amico
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Sabato 27 Luglio 2024 07:15 |
Pantaleone, nativo di Nicomedia in Bitinia, educato cristianamente dalla madre Eubule (ricordata nel Sinassario Costantinopolitano al 30 marzo), ma non ancora battezzato, è affidato dal padre pagano al grande medico Eufrosino e apprende la medicina tanto perfettamente da meritarsi l'ammirazione e l'affetto dell'imperatore Massimiano. Si avvicina alla fede cristiana da esempio e dalla dottrina di Ermolao, presbitero cristiano che vive nascosto per timore della persecuzione, il quale lo convince progressivamente ad abbandonare l'arte di Asclepio, garantendogli la capacità di guarire ogni male nel solo nome di Cristo: di ciò fa esperienza lo stesso Pantaleone, il quale, dopo aver visto risuscitare alla sola invocazione dei Cristo un bambino morto per il morso di una vipera, si fa battezzare. La guarigione di un cieco, che si era rivolto a lui dopo aver consumato tutte le sostanze appresso ad altri medici, provoca la guarigione spirituale e la conversione sia del cieco che del padre del santo. Alla sua morte Pantaleone, distribuito il patrimonio ai servi e ai poveri, diventa il medico di tutti, suscitando per l'esercizio gratuito della professione l'invidia e il risentimento dei colleghi e la conseguente denunzia all'imperatore. Il cieco, chiamato a testimoniare, nell'evidenziare la gratuità e la rapidità della guarigione, nonché l'incapacità e la venalità degli altri medici, fa l'apologia di Cristo contro Asclepio, guadagnandosi perciò il martirio.
Dal libro del profeta Geremia 7, 1-11
Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome?
Rit. Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti. dal salmo 83
Dal Vangelo secondo Matteo 13, 24-30
Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura.
La Parola cresce in noi, come il buon grano. Ma non da sola. La zizzania, seminata dal nemico, dall'oppositore, dal menzognero, cresce insieme al buon grano. Lo vediamo attorno a noi, lo vediamo nella Chiesa, lo vediamo in noi stessi. Vediamo luce e tenebre convivere, grazia e peccato, santità e dannazione, bene e male... Presenti in noi stessi quotidianamente, che si affrontano, che si combattono, a volte siamo tutti di Dio, a volte siamo solo del mondo, rassegnati e senza speranza, abituati al male, ingrigiti nelle scelte. Quanto vorremmo non essere fragili! Essere solo buon grano! Essere un campo straordinariamente ricco e fecondo! Quanto vorremmo non fare i conti con la parte oscura! E, in fondo, anche noi pensiamo come i servi della parabola: strappiamo via la zizzania! Ma è saggio, il padrone, non ha l'ansia di perfezione spirituale che noi abbiamo. Vorremmo essere dei santi e dei giusti, Dio ci chiede di essere dei figli pazienti con i nostri limiti e con la nostra tenebra che non va mai assecondata, ma accolta e trasfigurata. Cresciamo nell'umiltà, pensiamo ad irrigare il grano, la zizzania, al tempo opportuno, sarà Dio a strapparla.
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