Oggi, 7 Luglio, la Chiesa celebra la XIV Domenica del tempo ordinario
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Scritto da Giancarlo D'Amico   
Domenica 07 Luglio 2024 07:24
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Celebriamo la XIV Domenica del tempo ordinario e la prima lettura di oggi ci dà l'impulso per riflettere su cosa il Signore vuole da noi nell'accoglienza della sua parola. Egli, Gesù, conosce bene, come ci rammenta il Vangelo di oggi, che è difficile farsi capire dai parenti e concittadini, affermando senza mezze misure che un «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». Quello che faceva Gesù e diceva era per loro motivo di scandalo, in quanto erano abituati a sentire altre prediche dagli addetti alla sinagoga, ai vari rabbini che si alternavano ad illustrare alla gente, senza preparazione, la parola di Dio, facendo dire ad essa ciò che loro volevano far dire e non esattamente ciò che diceva. Gesù constata la loro pochezza interiore e la poca disponibilità ad accogliere la parola vera che usciva dalla sua bocca, andò altrove ad insegnare, vista la poca predisposizione all'ascolto e al cambiamento dei suoi compaesani. La loro incredulità non permise a Gesù di fare alcun prodigio, in quanto era ed è necessaria la fede per ottenere i miracoli di Dio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

 

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Prima lettura

Dal libro del profeta Ezechiele        2, 2-5

Sono una genìa di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.

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Salmo responsoriale

Rit. I nostri occhi sono rivolti al Signore.           dal salmo 122   

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Seconda lettura

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi        12, 7-10

Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 

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Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco             6, 1-6

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.

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Meditiamo insieme

Il brano del Vangelo di questa domenica è un testo da cui è tratto il celebre detto «Nemo propheta in patria», cioè nessun profeta è bene accetto tra la sua gente, che lo ha visto crescere (cfr Mc 6,4). In effetti, dopo che Gesù, a circa trent’anni, aveva lasciato Nazareth e già da un po’ di tempo era andato predicando e operando guarigioni altrove, ritornò una volta al suo paese e si mise ad insegnare nella sinagoga. I suoi concittadini «rimanevano stupiti» per la sua sapienza e, conoscendolo come il «figlio di Maria», il «falegname» vissuto in mezzo a loro, invece di accoglierlo con fede si scandalizzavano di Lui (cfr Mc 6,2-3). Questo fatto è comprensibile, perché la familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro. Gesù stesso porta come esempio l’esperienza dei profeti d’Israele, che proprio nella loro patria erano stati oggetto di disprezzo, e si identifica con essi. A causa di questa chiusura spirituale, Gesù non poté compiere a Nazareth «nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì» (Mc 6,5). Infatti, i miracoli di Cristo non sono una esibizione di potenza, ma segni dell’amore di Dio, che si attua là dove incontra la fede dell’uomo nella reciprocità. Dunque, sembra che Gesù si faccia – come si dice – una ragione della cattiva accoglienza che incontra a Nazareth. Invece, alla fine del racconto, troviamo un’osservazione che dice proprio il contrario. Scrive l’Evangelista che Gesù «si meravigliava della loro incredulità» (Mc 6,6). Allo stupore dei concittadini, che si scandalizzano, corrisponde la meraviglia di Gesù. Anche Lui, in un certo senso, si scandalizza! Malgrado sappia che nessun profeta è bene accetto in patria, tuttavia la chiusura del cuore della sua gente rimane per Lui oscura, impenetrabile: come è possibile che non riconoscano la luce della Verità? Perché non si aprono alla bontà di Dio, che ha voluto condividere la nostra umanità? In effetti, l’uomo Gesù di Nazareth è la trasparenza di Dio, in Lui Dio abita pienamente. E mentre noi cerchiamo sempre altri segni, altri prodigi, non ci accorgiamo che il vero Segno è Lui, Dio fatto carne, è Lui il più grande miracolo dell’universo: tutto l’amore di Dio racchiuso in un cuore umano, in un volto d’uomo. 

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Preghiamo insieme


Gesù ha conosciuto l'incomprensione e l'ostilità degli uomini. Ora ci chiede di riconoscerlo come nostro Salvatore. Esprimiamo questa fede abbandonandoci in fiduciosa preghiera, nella disponibilità a portare nel mondo la sua Parola. Preghiamo insieme e diciamo: Noi ci affidiamo a te, o Signore.

Guarda, Signore, la tua Chiesa sparsa in tutto il mondo, che continua ad annunciare il Vangelo. Nella difficoltà e nelle debolezze, sappia trovare in te la sua forza, preghiamo.

Guarda, Signore, i tuoi ministri e missionari, che hanno il compito di guidare le comunità cristiane. Siano modelli per il loro gregge e trovino in te gioia e fiducia, preghiamo.

Guarda, Signore, l'umanità incerta e smarrita, a volte in cammino senza una meta. Donale sempre profeti di speranza, capaci di una parola incisiva e dotati di un'autentica umanità, preghiamo.

Guarda, Signore, tutti gli uomini di buona volontà, che si affannano nelle incertezze della vita. Non lasciarli mai soli e rafforzali nei loro intenti, preghiamo.

Guarda, Signore, la nostra comunità in preghiera, che rischia di abituarsi al Signore Gesù al punto di non riconoscerlo più nella vita quotidiana. Donaci il coraggio di una sana autocritica e un cuore coraggioso e generoso, preghiamo.

Padre Santo, che hai donato al mondo il tuo Figlio Gesù, che ha subito il rifiuto e l'umiliazione, aiutaci a camminare come suoi discepoli, anche nel momento dell'incomprensione e della fatica della testimonianza. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
 

LITURGIA DELLE ORE - Volume III

 Prima Lettura

Dal secondo libro di Samuele      (12, 1-25)

Penitenza di Davide

Seconda Lettura

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
     (
Disc. 19, 2-3; CCL 41, 252-254)

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio


Domenica della II settimana, ufficio della XIV Domenica del tempo ordinario; Te Deum. Antifone al Benedictus e al Magnificat anno B.
 

 

Impegno di vita

Vivere da cristiano mi fa essere anche profeta, testimone "scomodo" della Parola di Dio; consapevole che, come Gesù, posso incontrare il rifiuto e il disprezzo, riprendo il cammino della mia vita con l'impegno ad essere segno della presenza di Cristo nel mondo.

 

 

INTENZIONE DI PREGHIERA DEL GIORNO   


Per la nostra Comunità diocesana, perchè non soffochi mai con il pretesto della tradizione o del conformismo ogni germe che in lei si manifesta come esigenza di profonda conversione e di autenticità di vita evangelica.

 

   MESSAGGIO DEL GIORNO

 

Maria non si è scandalizzata di suo Figlio: la sua meraviglia per Lui è piena di fede, piena d’amore e di gioia, nel vederlo così umano e insieme così divino. Impariamo quindi da lei, nostra Madre nella fede, a riconoscere nell’umanità di Cristo la perfetta rivelazione di Dio. Benedetto XVI

  

 

Domenica 7 Luglio 2024

 


 

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A TRIESTE 
IN OCCASIONE DELLA 50ª SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI IN ITALIA 


 

ore 6:30 Decollo dall’eliporto del Vaticano
ore 8:00 Atterraggio al Centro Congressi “Generali Convention Center” di Trieste

Il Santo Padre è accolto da:

- Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
- S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, Presidente del Comitato Organizzatore delle Settimane Sociali
- S.E. Mons. Enrico Trevisi, Vescovo di Trieste
- L’On. Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
- S.E. il Signor Pietro Signoriello, Prefetto di Trieste
- Il Signor Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste
- Il Dottor Philippe Donnet, Amministratore Delegato di “Generali”

ore 8:30 Centro Congressi: Incontro con i Congressisti

- Saluto del Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della CEI
- Introduzione di S.E. Mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania

* Discorso del Santo Padre

ore 9:15 Al termine del discorso, mentre i Congressisti si trasferiscono a Piazza Unità d’Italia, il Santo Padre incontra brevemente alcuni gruppi distinti:

- Rappresentanti Ecumenici 
- Mondo accademico
- Migranti e Disabili 

ore 10:00 Il Santo Padre parte dal Centro Congressi in auto scoperta
ore 10:30 Piazza Unità d'Italia: Concelebrazione eucaristica

* Omelia del Santo Padre

* Angelus

Prima della Benedizione conclusiva:

- Ringraziamento di S.E. Mons. Enrico Trevisi

ore 12:30 Decollo dal Molo Audace di Trieste
ore 14:00 Atterraggio all’eliporto del Vaticano

 

 


 

 

Domenica 7 Luglio 2024



- Alle ore 10.30, a Mirto, il Vescovo Guglielmo presiede la Celebrazione Eucaristica domenicale per la riapertura della Chiesa Madre dopo i lavori di restauro.

- Alle ore 18 il Vescovo Guglielmo, nella Chiesa di San Michele Arcangelo in Sinagra, presiede la Celebrazione Eucaristica in occasione del XXV anniversario dell'Ordinazione Presbiterale del Parroco Don Pietro Pizzuto.




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